Fra le piante erbacee spontanee più facili da incontrare al Laghetto nella stagione mite troviamo gli EQUISETI.

Sono tra le piante più antiche della terra: il ritrovamento di resti fossili di alcune specie dell’ordine delle Equisetales indicano che erano piante diffuse già alla fine del Devoniano (395 – 345 milioni di anni fa).

Dal punto di vista del processo evolutivo, gli EQUISETI sono piante molto più primitive delle più comuni angiosperme (la cui riproduzione avviene da seme). Infatti, sono senza organi sessuali distinti, si propagano e si riproducono per mezzo di spore, ovvero di cellule riproduttrici che germinando producono un nuovo individuo.

Si tratta di piante perenni che alle nostre latitudini appassiscono d’inverno. La forma biologica più ricorrente che troviamo anche al Laghetto di Scarpizzolo è “geofita rizomatosa”, ossia che porta le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non gli equiseti presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei detti rizomi (un fusto ipogeo dal quale, ogni anno, si dipartono radici e fusti aerei).

Le dimensioni variano molto da specie a specie: generalmente, la maggior parte di queste piante producono fusti di dimensioni comprese tra i 20 e i 50 cm.

L’equiseto cresce nei luoghi umidi. La si può dunque trovare vicino ai fiumi o ai torrenti ed è per questo che è così presente al Laghetto. Essa è anche detta “coda di cavallo”. Questa pianta è nota per le sue molteplici proprietà mediche..

L’equiseto contiene numerose sostanze alcaloidi tra le quali spicca la nicotina. È ricca anche di saponine, flavonoidi, vitamine e sali minerali, in particolare di sali di potassio e di silicio, che apporta un grosso potere abrasivo a questa pianta che viene infatti impiegata anche per la lucidatura delle pentole di rame e per levigare il legno.

Tra le proprietà più degne di nota di questa pianta, vi è sicuramente quella diuretica. Quando si consuma l’equiseto, si facilita l’espulsione di acqua dai reni e si dà una mano al funzionamento dell’apparato urinario. Grazie alla presenza di moltissimi sali minerali, l’equiseto favorisce la rimineralizzazione del sistema osteo-articolare, delle unghie, dei capelli e dei denti. Essa infatti contrasta l’alopecia, l’osteoporosi, l’accrescimento scheletrico negli adolescenti; inoltre agisce sulle cartilagini quando vi siano postumi di fratture. Migliora anche l’elasticità dei tendini in caso di forti tendiniti. Questa pianta possiede virtù antiinfiammatorie e astringenti e viene adoperata per curare affezioni alle mucose (congiuntiviti, gola infiammata). Con l’equiseto si trattano ottimamente anche le ulcere e le ferite. L’equiseto è un buon capilloprotettore e dunque esercita la sua attività stringente sui vasi sanguigni ed è assai valido in caso di fragilità capillare. Anche in campo cosmetico dimostra il suo valore, in quanto, essendo un cicatrizzante, agisce su smagliature, cellulite e rughe.

Rappresentando la flora spontanea del sottobosco, gli equiseti sono piante erbacee che al Laghetto di Scarpizzolo rientrano nella flora protetta.

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